ABSTRACT: Il Temporary Manager è un professionista di alto profilo che ha il compito di aiutare l’azienda a superare un momento di difficoltà, a risolvere un problema gestionale, a cogliere un’opportunità. E’ animato da curiosità, passione e tenacia, ma soprattutto è estremamente competente. Trasferisce conoscenze e mantiene il punto di vista esterno. Ecco perché è il consulente aziendale di cui ogni azienda dovrebbe avvalersi.
KEYWORDS: Temporary Manager, Consulenza aziendale, Supporto aziendale, know-how, Miglioramento performance aziendale, impresa e consulenza, acquisizione competenze
1. Chi é il Temporary Manager?
Esperienza, competenza, alto profilo.
Nell’immaginario di ogni imprenditore vi è un obiettivo prefissato: crescere, nel fatturato e nelle competenze.
Si provi ad immaginare una piccola azienda che improvvisamente ottiene una grossa commessa, oppure un’impresa che deve affrontare un corposo processo di innovazione tecnologica.
In entrambi i casi il problema è uno solo: come acquisire le competenze specifiche in breve tempo? Ecco che si palesa una figura determinante: il Temporary Manager.
Ma chi è esattamente il Temporary Manager? Definire il ruolo di questa posizione è importante perché si tratta di una figura relativamente nuova nel mondo imprenditoriale italiano. Per cercare di semplificare potremmo definirlo come una via intermedia tra un consulente aziendale e un dirigente. Il Temporary Manager è un esperto di alto profilo, con spiccate capacità manageriali e il suo compito è quello di supportare e guidare l’azienda nella gestione di specifiche situazioni imprenditoriali.
1.1 Perché la figura del Temporary Manager è importante?
Conoscenza del settore e supporto operativo.
Avvalersi di una figura esterna e di profilo elevato vuol dire scegliere il meglio per la propria attività.
Spesso la forma mentis dell’imprenditore italiano fa prevalere la voglia di avere il controllo totale rispetto all’apertura verso figure esterne. L’importanza del Temporary Manager però va a scardinare proprio questo modo di agire.
Si tratta di un consulente aziendale, una figura esterna all’azienda che ha competenze ed esperienza per accompagnare l’imprenditore in determinate situazioni di bisogno. Il Temporary Manager ha un solo compito: aumentare le performance aziendali progettando interventi operativi decisivi e garantendo una gestione ottimale.
1.2 Il Temporary Manager non é un manager a tempo determinato.
Due ruoli simili ma diversi. Tutto dipende dal “Tempo”.
Quando si analizza la figura del Temporary Manager spesso si tende a confonderla con il manager a tempo determinato. Sebbene i due ruoli abbiano molte analogie esiste una variabile determinante che li differenzia: il tempo. Un manager a tempo determinato persegue più o meno gli stessi obiettivi del Temporary Manager, vale a dire la gestione operativa e la scelta di interventi decisivi in ottica aziendale.
Allo stesso tempo però lavora per prolungare la sua presenza in azienda, perseguendo l’obiettivo di rinnovare il contratto. Esattamente il contrario delle intenzioni del Temporary Manager, il quale opera per implementare e migliorare le competenze del manager, ma al tempo stesso preme per poter uscire dalla gestione societaria. Prima questo obiettivo viene centrato, più efficace è stato il suo lavoro.
1.3 Il Temporary Manager non é un consulente aziendale.
Due ruoli simili ma diversi. Tutto dipende dalle responsabilità.
Innanzitutto, il temporary manager si assume in prima persona la responsabilità della gestione dei progetti, dei dipartimenti o dell’azienda a lui affidatagli. Il consulente aziendale invece affianca, chi ha la responsabilità. Il consulente Aziendale, raccomanda, raccoglie informazioni, monitora saltuariamente e non è tutti i giorni in azienda.
Il Temporary Manager è altamente qualificato, implementa le soluzioni e gli è stato dato il potere di farlo.
Non è per nulla una figura alternativa alla consulenza aziendale. Anzi, spesso, nelle situazioni più critiche o complesse, il temporary manager fa bene a farsi affiancare dalla consulenza aziendale.
Dal punto del profilo personale, il temporary manager ha la spinta interiore al fare e a farsi carico di problemi e responsabilità.
Il consulente aziendale è più capace di non farsi coinvolgere e mantenere una visione oggettiva.
1.4 Caso di studio: il passaggio generazionale.
Una bomba a orologeria che 2 volte su 3 scoppia.
Nessun passaggio di consegna nelle aziende è mai indolore. Ma il caso dei passaggi generazionali è forse il peggiore.
Oltre alle normali difficoltà, in questo caso si instaurano situazioni emotive che facilmente bloccano e distruggono il lavoro di decenni. Le statistiche ci dicono solo 1 azienda su 3 sopravvive al passaggio generazionale.
Per questo motivo la prassi assodata e raccomandata è quella di usufruire di un temporary manager.
Per saperne di più e scoprire perché vai qui. al caso di studio.
1.5 Quali sono i pregi del Temporary Manager?
Analizzare i problemi e offrire soluzioni all’imprenditore.
Quando un’azienda decide di affidarsi ad un Temporary Manager vuol dire che è in cerca di una soluzione efficace e relativamente rapida ai propri problemi.
Può essere una difficoltà finanziaria, così come una grossa variazione nel ciclo produttivo o, ancora, un problema relativo alla gestione del personale.
Sono innumerevoli le cause per cui è necessaria una consulenza aziendale adeguata e un buon Temporary Manager ha il compito di offrire competenze ed esperienza in merito.
1.5.1 Le 9 qualità di un Temporary Manager.
8 soft-skills tra i più ricercati e 1 oltre il fabbisogno.
Le posizioni che un temporary manager può ricoprire sono moltissime. Da quelle di un manager junior a essere l’amministratore delegato di una multinazionale. Ma i temporary manager hanno molte qualità in comune indipendentemente dal loro collocamento in azienda. Ecco quali sono gli 8 skills che un ottimo Temporary Manager deve saper offrire:
1. Saper ascoltare il cliente.
É il primo passo. Ascoltare il cliente vuol dire capire le esigenze che lo hanno portato a questa scelta. Spesso esistono motivazioni reali e motivazioni “celate”. Il buon TM sa leggere anche tra le righe delle parole dell’imprenditore.
2. Valutare le abitudini dell’azienda.
Quante volte in un’azienda si trovano abitudini, azioni e processi consolidati? Spesso sono situazioni che i dipendenti e i manager tacciano per buone ed efficaci, anche se in realtà sono da ostacolo al perseguimento dell’obiettivo. Analizzare questi processi e saper ribaltare gli schemi è una caratteristica del TM.
3. Saper comunicare.
Ovviamente il TM deve comunicare. Con i manager, con i dipendenti, con tutto l’ecosistema aziendale. Il che significa trasferire competenze, analizzare le problematiche, sciogliere i dubbi, proporre nuove soluzioni.
4. Lavorare sulle paure dell’imprenditore.
Quante volte i fatturati delle aziende non riescono a prendere il volo per via delle paure degli imprenditori? Dubbi, tentennamenti, incapacità operative. Il lavoro del TM comporta anche una buona dose di psicologia, per lavorare sulla testa dei manager, risolvere i conflitti interni, eliminare la paura di fare scelte non convenzionali.
5. Trasmettere fiducia.
Ogni struttura aziendale ha bisogno di fiducia, senza quella è impensabile ottenere risultati. Il compito del TM è instillare ottimismo nella testa del manager, spingerlo a osservare il futuro con rinnovato entusiasmo. Capire il passato per guidare il futuro.
6. Essere leader.
Il leader, il vero leader, è colui che né ordina in continuazione, né lascia che tutto sia possibile. Il vero leader si impone perché trasmette conoscenze e infonde tranquillità. Il TM deve saper entrare in sintonia con tutto l’entourage aziendale e, contestualmente, essere riconosciuto come figura di riferimento.
7. Visione del futuro.
Se un’impresa richiede l’intervento di un TM è perché l’idea del futuro genera preoccupazione. Il TM ha il compito di regalare al management aziendale un’idea definita di futuro, sia nelle sue implicazioni positive, sia nei risvolti negativi. Tutto questo garantisce maggiore capacità di problem solving dinanzi alle normali difficoltà del ciclo aziendale.
8. Rendersi inutile, dispensabile.
Esatto, rendersi inutile. Come spiegato all’inizio dell’articolo il lavoro del Temporary Manager ha un obiettivo primario: rendersi inutile il prima possibile. Ciò vuol dire che il lavoro è stato ottimale, le conoscenze trasferite al pool dirigenziale sono state apprese e l’azienda ha tutte le competenze per affrontare serenamente il futuro.
9. Competenze tecniche
Naturalmente deve anche essere dotato di tutte quelle competenza tecniche per espletre il suo mandato. E lo è in modo superiore: non ha bisogno di formazione, anzi è in grado di formare le persone accanto a lavorare meglio e più velocemente. Per questo motivo è generalmente sovradimensionato alle necessità dell’azienda.
1.6 Temporary Manager vuol dire maggiore conoscenza.
Una figura sempre più importante per la tua azienda.
La figura del Temporary Manager sta acquisendo sempre più importanza nel mondo della consulenza aziendale.
Si tratta infatti di professionisti in grado di infondere competenze adeguate e esperienza pluriennale nella gestione imprenditoriale.
Scegliere un Temporary Manager significa optare per un upgrade cognitivo e operativo di livello assoluto.
1.7 Conclusioni.
La soluzione perfetta tra il dirigente e il consulente.
Il Temporary Manager è una soluzione utile e visionaria per superare un momento di difficoltà, risolvere un problema gestionale o cogliere un’opportunità.
Senza legarti mani e piedi ad un dirigente e potendo al tempo stesso delegare poteri e responsabilità ad una persona capace e di fiducia, il Temporary manager è la soluzione ideali in molte situazioni.
Mira a finire il progetto il prima possibile e trasferire più conoscenza possibile alla tua azienda.
Il team di consulenti aziendali e temporary manager di Exedir è in grado di fornire un supporto prezioso ed estremamente professionale alla tua azienda. Conoscenza, esperienza e totale dedizione alla tua causa.
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